Trentuno luglio, ricevo un vocale dalla mia amica art director Valeria Plasmati. Sta organizzando la direzione artistica della prima edizione di un evento di Natale a Volterra, per conto di CNA Pisa. Obiettivi, modalità, format, tutto è abbastanza chiaro e condiviso. Quello che manca è un nome, il nome dell’evento. Valeria mi voleva nel team creativo insieme a lei e all’illustratrice Francesca Gavagnin.
Nel giro di pochi giorni, quindi, lo spirito natalizio ha preso possesso del mio studio, che, fortunatamente per chi lo abita, si stava svuotando in vista del ferragosto. E io, solitudine da Grinch, condizionatore puntato su temperature lapponi, audio votato a Michael Bublé, mi sono immersa in questo lavoro di naming per eventi, che mi ha portato fra mestieri resistenti, una lingua estinta e un affascinante parallelismo fra l’architettura di Volterra e il fonosimbolismo del nome scelto. Ma partiamo dal brief.
Il brief di CNA Pisa
Il brief è grosso modo questo. Stiamo cercando il nome per un evento cucito su Volterra, previsto per il fine settimana lungo del 6/7/8 dicembre, organizzato con l’obiettivo di valorizzare le botteghe artigiane disseminate su tutto il centro storico del borgo toscano, fra cui orefici, rilegatori di libri antichi, tessitori, alabastrai. Pubblici coinvolti? Famiglie della zona e non solo, ma anche giovani adulti in cerca di attività originali in contesti fuori dall’ordinario, turisti sia italiani che stranieri.
Lo spirito dell’evento potrebbe ricordare quello di un mercatino di Natale, ma il format va nella direzione opposta: non si tratta, infatti, di portare i commercianti in piazza, verso il pubblico, ma al contrario, di portare le persone dentro le botteghe. Come? Per la prima edizione, attraverso un puzzle tour. A ogni partecipante viene dato un sacchettino, le prime tessere del puzzle e una mappa delle botteghe artigiane in cui potrà trovare il resto delle tessere per completare il puzzle. Le botteghe aderenti sono raggiungibili anche grazie a una segnaletica stradale, e riconoscibili grazie a vetrine allestite ad hoc.
Oltre alle tessere, le botteghe hanno la possibilità di intrattenere le persone con attività, laboratori e storie legate al proprio mestiere. E, alla fine del tour, con il puzzle completo, le persone possono tornare all’info point di partenza e ricevere un piccolo dono a tema.
Il progetto di naming
Prima di arrivare alla fase creativa, ho delineato la strategia di naming considerando il posizionamento di marketing ricercato; le lingue a cui attingere, considerando i pubblici coinvolti; i nomi di eventi simili a livello regionale e nazionale.
Posizionamento di marketing
Si tratta di un evento gratuito che viene fatto nel periodo dell’Avvento, per famiglie in un borgo toscano con un’identità ben delineata, con focus su alto artigianato tipico, collaborazione, relazione, manualità e dono. A differenza della maggior parte degli eventi natalizi, sviluppati come mercatini, CNA Pisa a Volterra vuole fare un mercatino di Natale al contrario, dove le persone sono invitate non a passeggiare senza meta fra banchetti, ma a entrare nelle botteghe e a prender parte a un’avventura di famiglia, condivisa, vivendo dall’interno la magia dei saperi artigiani locali.
Inoltre, lo stile ricercato da CNA Pisa è quello di un evento: elegante, coinvolgente, stimolante, fiabesco, amichevole, autentico, intimo, giocoso.
Tirando le somme, le parole chiave per orientarsi in questo progetto sono: Volterra, Natale, borgo toscano, famiglia, bottega, porte aperte, accoglienza, avventura condivisa, bellezza artigianale, dono.
Considerazioni linguistiche Innanzitutto, fra le lingue a cui attingere per il naming ci sono sicuramente l’italiano, ma anche il latino, del resto ci troviamo in un borgo storico.
Altro aspetto da considerare sono i nomi usati nel settore degli eventi natalizi. Ebbene, la maggior parte dei nomi sono molto descrittivi, c’è quasi sempre il riferimento al Natale e al luogo, ma anche al cosa (mercatino/albero/fiaccolata, etc.). Probabilmente puntare su un nome evocativo/simbolico, accompagnato da un sottotitolo descrittivo, potrebbe aiutare ad allontanarci dal posizionamento del mercatino di Natale classico.
Considerazioni giuridiche Le classi della Classificazione di Nizza che ci interessano per controllare la fattibilità del nome, sono: 35 (eventi business, commerciali, promozionali), 41 (eventi culturali, sportivi, educativi, ricreativi), 43 (eventi con cibo/ospitalità). Mentre il paese in cui ci interessa registrare il nome per i prossimi 5/10 anni è l’Italia, con possibilità di promozione turistica verso altri paesi esteri.
Il nome Svelathri
La fase creativa di questo progetto di naming per eventi ha dato vita a 6 nomi liberi, registrabili, posizionati come richiesto e giusti a livello linguistico. Fra questi, il cliente insieme al resto del team creativo ha scelto “Svelathri”.
Il nome Svelathri nasce attingendo non dall’italiano, non dal latino, ma da un’altra lingua ancora più dimenticata del latino: l’etrusco. Si tratta infatti di un neologismo, una parola nuova nata prendendo l’antico nome etrusco di Volterra “Velathri” e aggiungendo il prefisso “s”. Il risultato è un nome che ricorda le parole italiane “svèlati” o “svelàti”. Questo potrebbe essere una piccola insidia per la corretta pronuncia del nome, ma anche in caso di pronuncia non corretta le immagini evocate sono comunque attinenti e significative per l’identità dell’evento.
A livello semantico, infatti, questo nome, oltre ad essere altamente specifico per il borgo di Volterra, è in linea con l’attività proposta e il periodo natalizio, perché evoca lo svelare Volterra, le botteghe e i loro segreti, come fossero caselline di un calendario dell’Avvento, ma anche lo svelare il puzzle e il regalo finale, una delle attività più iconiche del Natale.
A livello morfologico e fonetico, questo neologismo è una parola trisillaba piana, segue il ritmo base della lingua italiana, risulta completa ma non pesante, facile da memorizzare e piacevole all’orecchio. Il movimento in tre tempi dà una sensazione di andamento, viaggio, percorso. La sonorità è elegante, antica, enigmatica.
Solo in un secondo momento, e ancor di più dopo aver partecipato in prima persona a Svelathri, mi sono accorta di un affascinante parallelismo fra le evocazioni sonore di questo nome e lo skyline di Volterra, così ben illustrato da Francesca Gavagnin per questo evento.
A livello fonosimbolico, infatti, Svelathri ripropone una camminata alla scoperta delle botteghe volterrane. La prima sillaba “Sve” scivola velocemente attraverso una delle tante porte d’ingresso, intravedendo una piccola luce (la /e/ fonema piccolo e luminoso), sarà la stessa riproposta da Valeria nel logo dell’evento? Quella lucina dell’albero di Natale che illumina piazza dei Priori? Ma non abbiamo tempo per farci domande, perché la seconda sillaba “La” ci accompagna dolcemente su una piazza spaziosa da ammirare a bocca aperta come la sua vocale. Dopo averla attraversata è il momento di immergersi con la sillaba finale “Thri” fra le tante vie del borgo, costellate di torri, campanili, vetrine e usci luminosi tutti da scoprire.
Per approfondire il progetto dai un’occhiata anche al racconto di Valeria Plasmati, ideatrice del format e anima creativa di Svelathri. Con il suo tocco magico ha trasformato strade, vie, piazze e vetrine delle botteghe in una vera avventura natalizia curata nei minimi dettagli.
Crediti
Svelathri è un progetto sviluppato da CNA Pisa con la compartecipazione della Camera di Commercio della Toscana Nord Ovest, il patrocinio del Comune di Volterra e la collaborazione del Consorzio turistico di Volterra.
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